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Janis Joplin – 50 anni senza la perla del soul

today2 Ottobre 2020 166

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Come anticipato su questi lidi due settimane fa, due dei simboli della rivoluzione anni Sessanta morirono a distanza di quindici giorni l’uno dall’altra. Si tratta, ovviamente, di Jimi Hendrix (di cui abbiamo parlato qui) e Janis Joplin, entrambi icone di un’epoca ormai distante cinque lustri, entrambi scomparsi a 27 anni.

Janis Joplin
Photo credit: WEB

La donna che portò il soul ai bianchi

Per certi versi, la carriera dei due fu molto simile, sia per quanto riguarda il successo da solista avvenuto a fronte di inizi con una band al seguito, sia per i concetti che entrambi sono riusciti a esprimere. Janis Joplin, pearl, era, come Hendrix, un punto di raccordo tra la black e la white music. Se Hendrix era stato capace di riportare il rock alle sue radici blues nere, Janis Joplin rimarrà per sempre nell’immaginario collettivo come colei che ha trainato i bianchi alla musica soul. Peraltro, tra i due ebbe luogo anche una breve relazione; una storia rapida e fugace come tutte quelle che l’avrebbero contraddistinta. Tra le tante, va anche ricordata quella con Leonard Cohen, raccontata in Chelsea Hotel #2, celebre brano del cantautore canadese che racconta la loro notte di passione nel suddetto albergo.

Dai cappelli da cowboy al sole della California

Tuttavia, limitare la Joplin solo al soul sarebbe ingiusto. E’ vero: grazie a quell’animosità che metteva in ogni sua interpretazione, alle urla, al sentimento, al cuore, era a tutti gli effetti una soul woman che aveva ben poco da invidiare a coeve quali Aretha Franklin o Diana Ross, ma le sue radici texane portavano in dote anche una certa vicinanza a generi più “bianchi”, come il country. Infatti, fu grazie al country che riuscì a trovare spazio per esibirsi in California tra il 1964 e il 1965. Fu notata dall’impresario del gruppo Big Brother and the Holding Company e ne divenne la cantante. All’inizio, ovviamente. Passò poco tempo prima che quella venisse individuata come la sua band.

Janis Joplin
Photo credit: WEB

Janis Joplin sbanca a Monterey

Il carisma della Joplin era talmente preponderante che, già nei successivi due anni, in particolare dopo la summer of love del 1967, la forza trainante della perla bianca del soul si impresse nei cuori dei giovani dell’epoca. Il superbo Cheap Trills del 1968, fu l’ultimo album che la Joplin registrò con quella formazione. L’ambizione di una carriera solista bussava alla porta già da tempo, e la definitiva consacrazione come una delle icone del panorama musicale d’ogni tempo arrivò un anno dopo.

Janis Joplin diventa solista

Fu la Kozmic Blues Band, gruppo che scelse come accompagnamento, che la proiettò nella stratosfera con I Got Dem Ol’ Kozmiic Blues Again Mama!, primo disco solista uscito dopo il successo ottenuto nella tre giorni di Woodstock – di cui è a tutt’oggi ricordata come un simbolo -. Nacque in quel periodo la sua storica relazione con il chitarrista Kris Kristofferson, che, in seguito, le concesse di reinterpretare Me & Bobby McGee, brano originariamente composto da lui – e che diverrà uno dei più celebri di Janis -.

Janis Joplin
Photo credit: WEB

Nello stesso periodo, al pari dell’accusa di atti osceni imputata a Jim Morrison – nel famoso episodio del pene mostrato sul palco -, Janis Joplin fu arrestata a Tampa per uso di linguaggio volgare durante un live. Entrambi, assieme a Hendrix, assursero sempre più al ruolo di icone di quell’epoca, tanto da divenire portabandiera della libertà d’espressione che tante si andava reclamando in quell’epoca così controversa.

La scomparsa

Fu il 4 ottobre del 1970 che Janis Joplin fu ritrovata senza vita nella sua casa di Los Angeles. Una morte sospesa nel dubbio, come quella dei suoi compagni di ribellione Jimi Hendrix e Jim Morrison. Tutti e tre, imputati di overdose di droghe – eroina nel caso della Joplin -, sebbene non vi siano mai state delle vere e proprie conferme. Il suo ultimo album, Pearl, uscito nel gennaio del 1971, fu classificato senza appello come l’album maestro dell’artista. Un disco che rappresentava tanto la sua immensa forza quanto una sorta di testamento artistico.

Live fast, die young

Janis Joplin. Una carriera vissuta all’estremo, e terminata come terminavano sempre i suoi concerti: con lei senza voce, senza più forze, sorretta dal pubblico che l’aveva circondata e che la venerava come la dea della musica soul. Una paladina dell’uguaglianza tra bianchi e neri, della libertà sessuale – era dichiaratamente bisessuale – e della libertà d’espressione. Come le altre due icone dell’epoca, Hendrix e Morrison, arrivata e impostasi come un fulmine a ciel sereno, e scomparsa dopo appena quattro anni di carriera. Quattro anni intensi, vissuti all’insegna del loro motto: live fast, die young.

Scritto da: Manuel Di Maggio


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